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Fahrenheit 451. Cammina, Cammina. Zeneszám

(F. Duse, A. Manzo, R. Pettenello)
prendo due cose le butto nella borsa
domani scappo da questa eterna corsa
dove gli affanni ogni giorno piu pesanti
prendono a pugni senza usare i guanti

che senso ha sentirsi amati e buoni
se poi per premio son calci nei coglioni
perche aspettareche arrivino le ferie
per annegare in giornate troppo serie

e io cammino, e meglio camminare
senza una meta ne una strada dove andare
e io cammino si e meglio camminare
un passo e sputo, mi devo liberare

gira la macina ed io la spingo attorno
col paraocchi non mi spaventa il mondo
non so nemmeno quando ho cominciato
a girare in tondo credendomi arrivato

voglio allargare questo girotondo
voi state fermi io vago per il mondo
non mi aspettate vivete la vecchiaia
la mia saggezza e sotto la tomaia

e io cammino, e meglio camminare
senza una meta ne una strada dove andare
e io cammino si e meglio camminare
un passo e sputo, mi devo liberare

di stare al passo non me ne frega niente
la via e? piu lunga ma non seguo la corrente
prendo la vita per quel che mi da
non metto in gioco la mia liberta

che senso ha sentirsi amati e buoni
se poi per premio son calci nei coglioni
perche aspettare che arrivino le ferie
per annegare in giornate troppo serie

e io cammino, e meglio camminare
senza una meta ne una strada dove andare
e io cammino si e meglio camminare
un passo e sputo, mi devo liberare
Fahrenheit 451