Gianna Nannini. Dialogo. Zeneszám
Tu, uomo tu, dio,
padre poi ragazzo mio,
sul mio seno aggrappato,
tra un insulto e un bacio.
E donna non vuol dire pazza,
ne martire che di certo viene a noia;
tu sei forte, perche sai dire "mia",
tu sei niente appena scappo via.
Apriamoci,
gridando odio per un po? d?amore,
ma almeno apriamoci,
gridando odio per un po? d?amore,
per sentirci naturali,
piu nudi, piu veri.
E donna, donna tu,
se vuoi di piuche cosa devo fare,
nelle fiabe mi ero visto re, vincitore.
Vendendo fumo, vendendo guerra,
vendevo me, vendevo la violenza,
e son rimasto senza piu poesia
a fare l?uomo,
a farti roba mia.
Abbracciami,
gridando odio per un po? d?amore,
ma adesso abbracciami,
ridando odio per un po? d?amore,
per sentirci naturali,
piu nudi, piu veri
padre poi ragazzo mio,
sul mio seno aggrappato,
tra un insulto e un bacio.
E donna non vuol dire pazza,
ne martire che di certo viene a noia;
tu sei forte, perche sai dire "mia",
tu sei niente appena scappo via.
Apriamoci,
gridando odio per un po? d?amore,
ma almeno apriamoci,
gridando odio per un po? d?amore,
per sentirci naturali,
piu nudi, piu veri.
E donna, donna tu,
se vuoi di piuche cosa devo fare,
nelle fiabe mi ero visto re, vincitore.
Vendendo fumo, vendendo guerra,
vendevo me, vendevo la violenza,
e son rimasto senza piu poesia
a fare l?uomo,
a farti roba mia.
Abbracciami,
gridando odio per un po? d?amore,
ma adesso abbracciami,
ridando odio per un po? d?amore,
per sentirci naturali,
piu nudi, piu veri
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