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Guccini Francesco. Emilia. Zeneszám

Emilia (Francesco Guccini)
Le Alpi, si sa, sono un muro di sasso
una diga confusa, fanno tabula rasa
per noi che qui sotto, lontano, piu' in basso
abbiamo la casa
La casa ed i piedi in questa spianata
di sole che strappa la gola alle rane
di nebbia compatta scabrosa stirata
che sembra di pane
Ed una strada antica come l'uomo
marcata ai bordi dalle chiacchiere di un duomo
e i fiumi falsi avventurieri che trasformano i padani
in marinai non veri
Emilia di volti tra i campi e sui prati
lagune e piroghe, e l'eterno mare
guerrieri del Nord dai capelli gessati
ne hai visti passare
Emilia allungata tra l'olmo e il vigneto
voltata a cercare quel mare mancante
e il monte Appennino raccontando un segreto
diventa un gigante
Lungo la strada, tra una piazza e un duomo

hai messo al mondo questa specie d'uomo
vero aperto finto strano
chiuso anarchico verdiano
brutta razza, l'emiliano!
Emilia sognante fra l'oggi e il domani
di cicloamatori, di lusso e balere
Emilia di facce, di grida, di mani
sara' un grande piacere
Vedere in futuro da un mondo lontano
quaggiu' sulla Terra una macchia di verde
e sentire il mio cuore che battendo piu' piano
la' dentro si perde
Ora ti saluto, e' quasi sera e si fa tardi
si va a vivere o a dormire
da Las Vegas a Piacenza
Fari per chilometri ti accecano testardi
ma io sento che hai pazienza
devi ancora sopportarci.