Io, Carlo. In Perenne Riserva. Extrasistole. Zeneszám
Dire dire fare fare, baciare
cambiare l'aria in questa stanza
in cui non riesco a respirare
are areare prima, di soggiornare
ore ore ore chiusi, a digitare
a volte e meglio far le rime, con l'infinito
piuttosto che doversi scervellare
a volte e' meglio non parlare
fingere di non sentire, per evitare
d'impazzire
Quante cose vorrei dire
quante cose vorrei fare, cambiare
cose che non trovi scritte sul giornale
cose che nessuno dice alla televisione
troppo spesso i controllati sono i controllori
occhi digitali non conosco pudori
troppa poca luce, troppi riflettori
troppa poca luce, troppi ri-fle-ttori
Intestini pigri, soluzioni rateali
attici arredati, massaggi eccezionali
macchine ingombranti
che non riesci a parcheggiare
esclusivi box, con vista mare
possibile che io non riesca mai
a parlar d'amore, possibile
che debba sempre brontolare
possibile che non mi vada bene niente
e che abbia sempre da ridire
molto meglio comperare scarpe che sian comode piuttosto che soffrire,
per apparire
tutto scorre come un fiume
non c'e' tempo per fermarsi e per pensare
che sei gia al mare
milioni di milioni, di umani e di ombrelloni
fermi sotto il sole come leoni di mare
impacciati ed invidiosi intenti ad ammirare
gabbiani e cormorani
volare lontani...
(Grazie a geishaisterica per questo testo)
Kedvencek
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