Pierangelo Bertoli. 301 Guerre Fa. Le Grandi Solitudini. Zeneszám
(C.Malgioglio- M-Piccoli))
Sempre cosi suonano tutti i bicchieri
Poi le donne e gli amici si vestono in fretta e io gli ascolto i motori
Se ne vanno lasciando il silenzio tra la cenere di un venerdi
Mezzanotte tra i piatti di carta e la bottiglia di gin
Si puo morire cosi sbranati dal desiderio
In questa notte d'estate che esplode di luci e ci incanta il pensiero
Il mio sole e lontano ma si ogni sole si accende da qui
Di fedele mi restano gli occhi e questa camicia che ho
Le grandi solitudini ci fanno cosi ruvidi
E staccano i telefoni, tu chiama col cuore se vuoi
E immagino quel brivido quando torno a vivere negli angoli di un corpo diverso dal mio
E il giorno scivola via la faccia sul marciapiedi
Siamo navi partenti ma quale bandiera siamo sempre stranieri
Ma balliamo da soli lo stesso aspettando il miraggio di un si
Ci va bene un amore anche espresso solo scaldato cosi
Le grandi solitudini se arrivano a sfiorarsi, lo so
Si spogliano in un attimo e via
Daremo fuoco a questa signora la notte
Che esplode dentro all'anima qui e ci scrive la storia di noi
Siamo un passo di tango, di samba, un fandango, uno sputo d'eroi
Ma fingiamo di amare lo stesso, anche un'ombra che passi di qui
Nascondendo in un grumo di sesso di un vuoto pieno di si
Le grandi solitudini ci fanno cosi ruvidi
Ma siamo teneri, lo so, dimenticati pero
Le grandi solitudini se arrivano a toccarsi lo sai
Non bastano i telefoni del mondo per dire tutto di noi
Tutto di noi.
Pierangelo, Bertoli
Kedvencek