Pippo Pollina. KEN. Confessioni. Zeneszám
Avevo sempre una casa dove tornare
e sotto i portici quando pioveva riparare
e dai fornai, per strada, profumo di pane
avevo un letto di piume dove lasciarmi cadere
avevo petali secchi in mezzo ai quaderni
e amori nuovi di zecca a riscaldarmi gli inverni
e tempo per lavorare e tempo per riposare
dei giovani l'estro e dei gigli il candore
amore ascolta, cullami l'esistenza
chiudi la porta della nostra stanza
piccolo fiore, stella della sera
donami un rivolo di vita vera
avevo fiato da pulcino e tanta strada da fare
e pochi amici sinceri da salutare
e nervi di cristallo e poche cose da dire
il cuore ballerino e in tasca l'avvenire
avevo ardori d'amante e un cappio intorno alla gola
una carezza di madre che mi consola
ed una beffa mascherata da trasgressione
il vestito pulito per l'ultima occasione
amore ascolta cullami l'esistenza
chiudi la porta della nostra stanza
piccolo fiore, brezza di primavera
illuminami l'anima prigioniera
Pippo Pollina
Pippo Pollina
Kedvencek