Sergio Caputo. Lontano Che Vai. Bum. Zeneszám
Il nostro eroe si incammino guardingo,
tra i marciapiedi desolati...
nel rugginoso agguato del tramonto... che vento...
un gusto rancido di alberghi dimenticati...
il nostro eroe rabbrividi incallito
nella giacchetta coloniale...
il vecchio mondo, polvere di stelle ormai
sudava freddo lungo i bordi della tangenziale...
entro nel bar chiese una birra
e si guardo allo specchio...
il barman disse "sto chiudendo"...
e lo mando all'inferno...
usci dal bar... si pettino... sputo la gomma americana...
e respiro la nebbia, si la nebbia amara
della bassa padana...
abbiamo perso le sue tracce da una settimana...
....
Lo ritrovammo in una piazza idiota
con la sua comica andatura,
tossiva in codice alle foglie morte... si,
prendeva ordini dai sacchi della spazzatura...
si travesti da paracarro, fermo li a spiare...
ma quella donna alla finestra se ne accorse e chiuse le persiane...
fu solo allora che senti la solitudine sparargli al cuore...
e il suono di un sassofono pirata via lontano,
e nessun altro rumore... che sera...
abbiamo perso le sue tracce da una vita intera...
Kedvencek