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Roberto Vecchioni. Il Cielo Capovolto. Piccoli Stupidi. Zeneszám


No, non svegliarmi,
sto sognando,
e in sogno vedo te
com'eri allora,
e tu sai quando,
che non credevo in me:
che mi tremava
anche il pensiero
di averti tutta li...
e il sogno
e proprio cosi vero
che sembra adesso
e qui
com'eravamo piccoli,
com'eravamo stupidi,
e "dove vai? Ritorna!
Io non volevo...
scusa... e inutile;
dammi la mano,
ho freddo da morire:
toglimi questo assurdo
male al cuore...
per un lontano amore
che sta finendo qui..."

E ce ne vuole, sai,
per diventare
un uomo grande,
e non un grande uomo:
uno dei tanti
che sa un po' cantare,
ma il solo
che sa leggerti la mano;
il tempo sfuma tutte
le mie cose,
non quelle amate insieme:
quelle
son ferme nei tuoi occhi,
e io con loro
sto bene

e come siamo piccoli,
e come siamo stupidi,
a improvvisare i giorni,
e quando torni,
e chi non torna piu;
e sempre li
a commuoverci per niente,
e a credere nei sogni
della gente:
ma quando cambierai?
io non lo so, tu mai!

Saremo sempre piccoli,
saremo sempre stupidi,
e lascia che ti guardi
e faccia tardi
a misurarti il cuore:
io sono sempre li,
lo stesso uomo,
e anche se puo far ridere
qualcuno,
non ti ho tradito mai
e non ho amato mai
che te.